Microcredito
foto ® Giorgio Vacirca/Frida Miranda Rodriguez [Jimmy K.]
Nel 2014 attraverso una campagna per la raccolta di donazioni private viene avviato il Pomerini Microcredit Project, un programma pilota, che coinvolge nove beneficiari. Il programma nonostante necessiti di alcuni correttivi, funziona bene e verrà utilizzato come modello per i futuri interventi di microcredito nel distretto di Kilolo. I prestiti erogati durante il Pomerini Microcredit Project vengono restituti e rimessi in circolo durante il 2016 e il programma viene chiuso senza perdite.
Successivamente all’esito positivo del progetto pilota si decide di inserire all’interno di Mi.Fi.Ma (Mikono na Fikira kwa Maendeleo, Mani e Pensiero per lo Sviluppo), progetto finanziato dalla Chiesa Valdese e avviato nel 2016, un corposo budget per l’erogazione di prestiti di microfinanza.
I beneficiari dopo essere stati selezionati, per accedere al prestito partecipano ad un seminario formativo che ha come argomenti la gestione di un microprestito, lo small business e l’allevamento di piccoli animali.
Viene stabilita l’erogazione di 60 prestiti suddivisi in vari villaggi (Pomerini, Kitowo, Ukumbi, Kihesa Mgagao, Magome, Lukani, Ilula e villaggi limitrofi). Vengono erogati durante un primo ciclo 60 prestiti. Il target del progetto comprende individui affetti da albinismo e da HIV, nuclei familiari con componenti con disabilità, vedove e orfani.
L’entità dei prestiti oscilla fra i 50.000 e i 200.000 scellini a seconda dell’attività scelta dai beneficiari. L’interesse applicato è del 3%.
Il progetto è ancora in corso ed è stato avviato un secondo ciclo di erogazioni dei prestiti utilizzando il denaro proveniente dalle restituzioni.
Nel 2017 sempre per mezzo di un finanziamento della Chiesa Valdese viene avviato un nuovo programma di microcredito denominato MAMBO, Sviluppo per la fertilità, che coinvolge 20 giovani donne nell’avvio di piccole attività imprenditoriali o agricole. Grazie a questo progetto Tulime produce due manuali bilingue, inglese e swahili.
Il manuale dedicato al microcredito fornisce le linee guida per la redazione di un semplice business plan e vari esempi di piccole attività imprenditoriali di successo. Il manuale sull’agricoltura contiene invece delle schede dettagliate sulla coltivazione principalmente di ortaggi e legumi.
Il progetto è in fase di conclusione, la maggioranza dei prestiti rientra con regolarità e puntualità.
I manuali distribuiti fra la popolazione sono funzionali all’erogazione dei prestiti, infatti ogni richiedente dovrà compilare il business plan prima di ricevere il prestito.
Nel 2018 con grande soddisfazione viene avviato un nuovo programma, Micro 2018, interamente sovvenzionato dai fondi rientrati dai precedenti progetti che prevede l’erogazione di prestiti con focus nel women empowerment. Giungono numerose richieste tutt’ora in fase di evasione.
Lo scopo dei programmi di microcredito che si sono succeduti a partire dal 2014 è di fornire una fonte di reddito stabile a individui e nuclei familiari in condizioni svantaggiate. Le fasce coinvolte sono state individui affetti da albinismo e altre disabilità fisiche o da malattie croniche, famiglie con un componente affetto da albinismo o altra disabilità, anziani soli, giovani orfani, vedove con prole e giovani donne senza occupazione.
Tutti i progetti vedono il coinvolgimento attivo di collaboratori locali e tirocinanti, provenienti da diverse Università italiane.
foto ® Giorgio Vacirca/Frida Miranda Rodriguez [Jimmy K.]
Negli anni, a fronte di qualche caso di clamoroso insuccesso, abbiamo assistito a numerosissimi esempi di come un microscopico capitale a queste latitudini possa cambiare radicalmente la situazione di un individuo o addirittura di una famiglia. I casi sono davvero tanti ma, forse perché si trattava del primo esperimento di microcredito o perchè con nove utenti più che di monitoraggio si trattava di visite ad amici, quando si pensa al successo di questo progetto viene sempre in mente per prima la signora Roza.
Roza ha 40 anni, 5 figli, il più piccolo ha 7 anni, non possiede terreni e lavora come bracciante durante la stagione della semina. Nella sua casa, composta da due stanze, il tetto in paglia è quasi crollato. Oltre ai suoi figli si fa carico anche del nipote malato di HIV. Per comunicare con lei dobbiamo ricorrere ad un mediatore perché parla poco swahili e tanto dialetto.
Chiede un prestito per l’allevamento dei conigli. Costruisce una gabbia di bambù e la posiziona in una delle due stanze, quella adibita a cucina, nella parte in cui il tetto ancora regge, per proteggere gli animali dalla pioggia e dal freddo. Li accudisce scrupolosamente ogni giorno e dopo sei mesi con la prima vendita restituisce l’intero prestito in un’unica soluzione. Continuiamo a seguire la sua attività per valutarne l’impatto: con i rientri successivi ricomincia a mandare i figli a scuola e aggiusta il tetto, affitta un fazzoletto di terra e inizia a coltivare per sé e la sua famiglia.
L’ammontare totale del prestito era di 44.000 tsh, meno di 20 euro.